di Claudia Crocchianti -
E’ stata inaugurata domenica 14 giugno alle Scuderie Estensi a Tivoli la mostra ”Un’idea di India” del fotografo Massimo Saretta, che si terrà fino al 28 giugno. La mostra nasce come contenitore di attività diverse e come mostra itinerante anche se la data di Treviso è stata spostata per il Covid dal 15 novembre 2020 al 7 gennaio 2021 e le altre città saranno Napoli e Firenze oltre le città come Roma e Tivoli dove l’esposizione è ancora in corso. Come attività di cornice doveva esserci a Tivoli anche la proiezione di un film e una performance di danza che non è stata fatta a causa del Covid. È lo stesso fotografo in quest’intervista a raccontarci nei dettagli la mostra.
Quello che colpisce dalle sue fotografie sono i colori sgargianti e le emozioni che trasmette in queste opere, che emozioni ha provato lei mentre scattava queste foto?
“Prima di scattare rimango sempre scioccato ed emozionato dai vari momenti che ho deciso di immortalare sempre nel rispetto della situazione. Ho girato molti luoghi ma l’India è quella che mi è rimasta nel cuore e nella mente. Inoltre voglio dire che prima di scattare mi informo sulla storia di ogni Paese infatti in queste fotografie vi è il racconto del passato dell’India”.
Quali sono i punti principali dei suoi scatti di questa mostra?
“Sono la religione basti pensare alla convivenza tra i tanti credi nonostante un passato doloroso, i colori e la storia”.
Tra le tante foto abbiamo visto quella di un barbiere che rasa un uomo sul fiume Gange e mi ha suscitato curiosità me la può spiegare?
“Si tratta della tradizione dei riti funerari, prima ci si bagnano i piedi nel Gange per poi passare alla cremazione con la bruciatura nella pila di legno perché qui si interrompe il ciclo della vita e della morte e si va a raggiungere la libertà. Ad accendere la pila il primogenito ma prima di questo gesto deve essere rasato ed ecco il motivo della rasatura”.
Quello che si nota nelle fotografie che rappresentano la povertà vi è nei bambini, bambine e nelle persone sempre il sorriso le è capitato anche negli altri Paesi poveri?
“No, mi è capitato solo negli scatti in India”.
In questa foto vi è un’artista, perché ha scelto di fotografarlo?
“Si tratta di una commedia dentro la commedia e quello che mi ha colpito è il fatto che l’artista venga truccato direttamente sul palco in un rito molto lungo”.
Quando nasce la sua passione per la fotografia?
“Fotografo da tre anni e la passione me l’ha trasmessa mio padre che amava molto questa Arte”.
Qual è l’obiettivo di un fotografo?
“Il fotografo deve suscitare emozioni e dare un messaggio a chi legge le sue opere”.
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