Martedì mattina 28 maggio, per il settimo anno consecutivo, al teatro “Imperiale” di Guidonia, gli alunni delle classi quinte della scuola primaria e delle classi seconde e terze della scuola secondaria di I grado dell’Istituto “Don Lorenzo Milani”, diretto dalla Preside Giuseppina Guarnuto, hanno portato sul palco i loro personali lavori di ricerca sul fenomeno mafia, per l’anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, sotto la guida attenta e scrupolosa dei loro insegnanti e la preparazione artistica affidata alla bravura della direttrice della compagnia teatro dell’Applauso Elisa Faggioni.
I ragazzi delle sezioni V A, V B e V C hanno realizzato dei cartelloni sui diritti e i doveri, le figure di Peppino Impastato e Radio Aut, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone mentre la V D ha riprodotto, in grande, l’agenda rossa del giudice Borsellino.
I ragazzi hanno portato sul palco i loro pensieri, in un processo di coscientizzazione del fenomeno mafioso snocciolato attraverso una narrazione efficace che li ha resi protagonisti indiscussi di un evento condiviso con l’amministrazione comunale alla presenza del sindaco Mauro Lombardo, del tenente dei carabinieri di Guidonia Giuseppe Palatucci, della rappresentante del comitato dei genitori Rita Proia e i membri dell’associazione “Coltiviamo la Vita” Gabriella Ceci, Piero Neri e Antonio Novelli.
La seconda parte dell’evento si è aperta con la proiezione del cortometraggio “Germogli di Legalità” che i ragazzi delle classi seconde della scuola secondaria hanno realizzato, durante l’anno, sotto la guida competente dei rappresentanti dell’associazione “Coltiviamo la Vita” i signori Ceci, Neri e Novelli.
I ragazzi hanno mostrando le sfide e le discriminazioni che i giovani affrontano nella società contemporanea attraverso parole, sguardi ed immagini toccanti che rapiscono lo spettatore e lo lasciano con un senso di inquietudine profonda che, prepotentemente, porta ad una riflessione sulle responsabilità di una società sempre più individualista che chiude gli occhi davanti alle disuguaglianze e alle devianze.
La visione del cortometraggio lascia un graffio nell’anima di tutti coloro che credono nel potere della legge, della giustizia e dei diritti umani.
La terza ed ultima parte ha visto la messa in scena di piccoli momenti teatrali di una rappresentanza dei ragazzi delle classi seconde e terze su testi scelti ed adattati dai professori Tepatti, Vatalaro e Vogrig.
La prima pièce dal titolo “Questo non è un gioco, è Bullismo!”, racconta la storia di Sara una ragazza timida, tranquilla e molto intelligente che proprio per questo diventa oggetto di scherno da parte dei compagni, fino a quando le coscienze non si interrogano sulla giustezza di quei comportamenti, rompendo il muro di omertà e paura che è negazione della dignità.
Il secondo momento ha visto un monologo dal titolo “Liberi di scegliere”, in cui la voce di un giovane ragazzo nato e cresciuto all’interno della criminalità organizzata ci introduce, attraverso la lente di un cannocchiale immaginario, in quella zona liminale in cui non è dato sapere ma da cui si può uscire col coraggio di chi ha voglia di futuro e riscatto, contro una quotidianità fatta di corruzione, violenza e mortificazione di sogni e desideri.
Un terzo monologo dal titolo “Dalla parte della Legalità”, attraverso le parole ci restituisce tutto il senso di giustizia che una comunità riversa in essa, credendo ancora che si possa cambiare… insieme.
Il quarto ed ultimo momento è stato un ritorno potente all’estate del 1992, in cui il cielo di Palermo fu squarciato brutalmente da due esplosioni e la vita di intere famiglie cambiò per sempre insieme alla storia di tutta l’Italia. I ragazzi hanno vestito i panni dei giudici Falcone, Borsellino e degli uomini e donne della scorta, facendo rivivere, attraverso le loro voci, i mille progetti che non potettero mai realizzare, emozionando tutta la platea fino alle lacrime in una meravigliosa rappresentazione corale.
L’evento si è concluso con il canto di tutti i ragazzi in sala della canzone “Siamo capaci” che, nel 2020, fu scritta da tanti artisti siciliani, a distanza, e che come un canto liberatorio ha aleggiato nel teatro rimettendo ogni tassello al proprio posto.
Daniela Cola, insegnante
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